Non c’è guida al risparmio energetico che non includa il consiglio: utilizzare lampadine fluorescenti a basso consumo invece di quelle incandescenti. Così, la maggior parte degli italiani hanno cominciato (già da qualche anno fa) a sostituire le lampadine vecchi con quelle incandescenti. Solo l’anno scorso sono stati venduti oltre 130 milioni di lampadine di questa classe, e la tendenza non farà altro che aumentare: dal 2012, secondo una direttiva dell’Unione Europea, le vecchie lampadine dovranno essere definitivamente eliminate. Anzi, dal 2016 dovremo fare lo stesso con quelle alogene.
Ma dopo 133 anni di usare le lampadine incandescenti, ci dovrà essere un motivo valido per il quale l’invenzione più nota di Thomas Edison andrà a finire nella spazzatura. E ce n’è: anzi, più di uno.
Lampadine fluorescentiInnanzitutto il consumo di energia elettrica viene ridotto da un 30 a 80% secondo le diverse situazioni; se in questo preciso momento tutte le case italiane avessero soltanto lampadine fluorescenti, ogni ora si risparmierebbero 5,6 miliardi di chilowatt. Ma questo non vuol dire solo un risparmio nella bolletta della luce: implica una riduzione di 3 milioni di tonnellate di anidride carbonica, quindi c’è un effetto benefico gigante per l’ambiente.
È vero che le lampadine fluorescenti costano un po’ di più, ma grazie alla riduzione nei consumi di elettricità, l’ammortizzazione avviene in 4 mesi. Se pensate che la potenza nell’illuminazione è inferiore, ricordate che servono dai 3 ai 4 minuti per raggiungere un’intensità di luce piena. Attenzione quindi a non accenderle e spegnerle molto frequentemente: il risparmio comincia una volta la lampadina ha raggiunto il suo massimo di luce.
Tutta quest’informazione è disponibile ovunque sul web, ma le lampadine fluorescenti hanno uno svantaggio che non tutti sanno: il loro smaltimento.
Queste lampadine sono considerate “Rifiuti speciali”, e quindi seguendo la procedura della gestione dei rifiuti, non vanno messe né nel contenitore del vetro, né tra i rifiuti indifferenziati. Invece, devono fare lo stesso fine delle apparecchiature elettriche, cioè tra i rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche (RAEE).
Per smaltire questi ultimi, dovete recarvi al centro di raccolta RAEE più vicino o alle isole ecologiche, che in ogni caso non sono pochi in Italia.
Teoricamente, potete pure consegnarvele ai rivenditori di lampadine, ma il problema di questi centri di raccolta specializzati è che sono aperti solo alle famiglia, e non agli addetti ai lavori, perciò i commercianti non ne vogliono sapere nulla; in più, non tutti i cittadini sono disposti a muoversi per raggiungere i centri RAEE.
Così, in Italia siamo in dietro per quanto riguarda lo smaltimento di lampadine fluorescenti in confronto con altri paesi europei; ad esempio, in Francia vengono smaltite 2.500 tonnellate l’anno di queste lampadine, e in Italia soltanto 1.264. In Spagna l’hanno fatto semplice: hanno introdotto dei contenitori per la raccolta diretta delle lampadine, come facciamo noi con quelle delle pile.
La questione è delicata perché queste lampadine contengono mercurio (da 1 a 30 milligrammi), cioè materiale tossico; inoltre, un corretto smaltimento permette recuperare il 95% dei materiali sotto forma di bottiglie di vetro e piastrelle di ceramiche.
Quindi, se dall’anno prossimo dovremo rispettare la normativa dell’UE, serve prima risolvere questi problemi; altrimenti sarà la stessa legge a provocare un maggior inquinamento ambientale, danneggiare la catena dei rifiuti, e perdere un’opportunità buona per il recupero di alcuni materiali.