• Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Valerio Natta

Blog di Valerio Natta

Cosa Significa Bonifico Parlante

Quando senti parlare di bonifico parlante, non si tratta di un nuovo tipo di operazione bancaria strana, ma semplicemente di un bonifico “normale” fatto però con una causale molto dettagliata, che contiene tutte le informazioni richieste dal Fisco per riconoscere una specifica agevolazione. In pratica è un bonifico che “parla” perché, leggendo la causale, si capisce subito: per cosa stai pagando, a chi, a che titolo e con riferimento a quale norma di legge. È lo strumento di pagamento tipico per ottenere detrazioni fiscali su alcune spese, soprattutto nel settore casa, ma non solo.

Ne avrai sentito parlare in relazione, ad esempio, a: lavori di ristrutturazione edilizia, interventi di risparmio energetico (ecobonus), acquisto di mobili ed elettrodomestici collegati a una ristrutturazione, lavori antisismici, bonus barriere architettoniche e altre agevolazioni simili. In tutti questi casi il Fisco non si accontenta di “un bonifico qualsiasi”: chiede che dal pagamento si possano ricavare dati fondamentali, e per questo si usa il bonifico parlante.

Indice

  • 1 La differenza tra un bonifico normale e uno parlante
  • 2 Perché il Fisco richiede il bonifico parlante
  • 3 Che cosa deve contenere la causale di un bonifico parlante
  • 4 Per quali spese serve il bonifico parlante
  • 5 Cosa succede se sbagli il bonifico
  • 6 Come impostare un bonifico parlante in pratica
  • 7 Rapporti con l’impresa o il fornitore
  • 8 Conservazione della documentazione e controlli futuri
  • 9 Conclusioni

La differenza tra un bonifico normale e uno parlante

Dal punto di vista operativo, fai sempre un bonifico dalla tua banca (online o in filiale). La differenza sta nel contenuto della disposizione, in particolare nella causale, e nel fatto che, per molti bonus, le banche usano modelli dedicati proprio ai bonifici per agevolazioni fiscali.

In un bonifico normale ti basta indicare beneficiario, IBAN, importo e una causale generica, per esempio “saldo fattura 12/2025” o “acquisto arredamento”. In un bonifico parlante, invece, la causale deve contenere: i riferimenti della norma che prevede l’agevolazione, i dati del soggetto che paga e intende detrarre, i riferimenti della fattura e, spesso, la natura dell’intervento.

In molti home banking italiani trovi proprio la voce “bonifico per ristrutturazioni” o “bonifico per detrazioni fiscali”: scegliendo quella, parte delle informazioni richieste (soprattutto la normativa di riferimento) è già precompilata dal sistema e tu dovrai integrare solo i dati mancanti, come codice fiscale del beneficiario della detrazione e numero fattura.

Se per una spesa che dà diritto a detrazione fai un bonifico normale e non parlante, l’Agenzia delle Entrate potrebbe non riconoscere il beneficio, perché manca il collegamento formale tra pagamento, beneficiario e agevolazione.

Perché il Fisco richiede il bonifico parlante

Lo scopo principale del bonifico parlante è quello di tracciare i pagamenti e collegarli in maniera chiara a una specifica spesa agevolata e a una persona fisica che chiede il beneficio.

Da un lato serve a combattere l’evasione: pagare con bonifico parlante significa lasciare una traccia molto chiara di chi paga, chi incassa e per quale tipo di intervento o bene. Dall’altro lato, rende più semplice, in caso di controlli, verificare che la detrazione che chiedi in dichiarazione dei redditi sia davvero collegata a un pagamento effettuato nei modi previsti.

L’Agenzia delle Entrate, nelle circolari e nelle guide dedicate ai vari bonus, ribadisce quasi sempre che il pagamento deve essere effettuato tramite bonifico bancario o postale “parlante”, cioè con indicazione specifica degli elementi richiesti: causale, codice fiscale del beneficiario della detrazione, partita IVA o codice fiscale del soggetto che esegue i lavori o fornisce i beni, numero e data della fattura.

In sostanza, il bonifico parlante è parte integrante della documentazione che ti consente di accedere a detrazioni che, spesso, durano molti anni (10 anni in dichiarazione, in tante agevolazioni).

Che cosa deve contenere la causale di un bonifico parlante

Non esiste una formula unica e immutabile, perché la causale può cambiare leggermente a seconda del tipo di bonus. Però, in generale, una causale di bonifico parlante corretta contiene sempre alcuni elementi chiave.

Deve emergere:
– che tipo di intervento o spesa stai pagando, per esempio “lavori di manutenzione straordinaria”, “interventi di riqualificazione energetica”, “acquisto mobili per immobile oggetto di ristrutturazione”;
– il riferimento alla norma di legge che prevede la detrazione (per esempio l’articolo del TUIR o della legge di bilancio di riferimento, spesso precompilato nel modello della banca);
– il codice fiscale del soggetto che usufruirà della detrazione (cioè tuo, se sei tu a portare la spesa in dichiarazione);
– il codice fiscale o la partita IVA del soggetto che riceve il pagamento (impresa, professionista, fornitore);
– il numero e la data della fattura, o comunque un riferimento univoco alla fattura pagata.

Un esempio semplificato, giusto per capire la struttura, potrebbe essere: “Lavori di ristrutturazione edilizia – detrazione art. 16-bis TUIR – fattura n. XX del gg/mm/aaaa – CF beneficiario detrazione XXXXX – P.IVA ditta YYYYY”.

Quando usi il modello di “bonifico per ristrutturazioni” o “bonifico per ecobonus” messo a disposizione dalla banca, in genere trovi campi specifici per codice fiscale del beneficiario e dati del fornitore, mentre nella causale “libera” puoi inserire descrizione lavori e numero fattura.

Per quali spese serve il bonifico parlante

La casistica cambia nel tempo, perché le agevolazioni fiscali vengono periodicamente prorogate, modificate o sostituite. In linea generale, però, il bonifico parlante è richiesto per le principali detrazioni legate alla casa e a specifiche categorie di spesa, tra cui:

– detrazioni per ristrutturazioni edilizie (il “classico” 50% su lavori di manutenzione straordinaria, restauro, risanamento, ecc.);
– ecobonus per interventi di riqualificazione energetica (cappotti, sostituzione infissi, caldaie efficienti, pannelli solari, ecc.);
– bonus mobili ed elettrodomestici collegati a lavori di ristrutturazione su quell’immobile;
– detrazioni per interventi antisismici (sismabonus);
– detrazioni per eliminazione barriere architettoniche, nelle forme previste dalle norme in vigore;
– altre spese agevolate per cui l’Agenzia delle Entrate, nelle relative guide, prescrive espressamente il pagamento tramite bonifico “parlante” o “dedicato”.

Il principio da tenere a mente è questo: se la normativa che disciplina il bonus che vuoi utilizzare dice chiaramente che il pagamento deve essere “tracciabile” e specifica come strumento il bonifico con causale dettagliata, allora non è consigliabile usare altri metodi (contanti, assegni, carte) o un bonifico standard con causale generica.

Cosa succede se sbagli il bonifico

La domanda che viene spontanea è: cosa succede se hai fatto un bonifico normale, con causale generica, per una spesa che volevi detrarre? Oppure se hai dimenticato di inserire il codice fiscale del beneficiario della detrazione o la partita IVA dell’impresa?

In teoria, l’Agenzia delle Entrate potrebbe contestare la detrazione, perché non sono stati rispettati i requisiti formali previsti. In pratica, negli anni si sono susseguiti documenti di prassi in cui, per alcuni errori formali, si è riconosciuta la possibilità di “rimediare”, soprattutto se dai documenti complessivi (fatture, ricevute, contratti, ecc.) si evince chiaramente la natura della spesa e il collegamento tra pagante, beneficiario e fornitore.

Tuttavia, fare affidamento sul “buon senso” dell’amministrazione resta un rischio. È sempre preferibile impostare correttamente fin dall’inizio bonifico e causale. Se ti accorgi dell’errore subito, puoi chiedere alla banca se è possibile annullare l’operazione e rifarla con le modalità corrette. Se te ne accorgi dopo, è consigliabile sentire un commercialista o un consulente fiscale per valutare se l’errore è sanabile (ad esempio con documentazione integrativa) o se la prudenza suggerisce di non portare in detrazione quella spesa.

Il punto chiave è che la forma, in materia di agevolazioni fiscali, è spesso sostanza: il bonifico parlante è proprio la forma che la legge ha scelto per collegare in modo sicuro il beneficio alla spesa.

Come impostare un bonifico parlante in pratica

Se utilizzi l’home banking, solitamente trovi una sezione specifica per i bonifici relativi alle detrazioni fiscali. Può chiamarsi “bonifico per ristrutturazioni”, “bonifico per ecobonus”, “bonifico per detrazioni fiscali ai sensi dell’art. 16-bis TUIR” o simili. Selezionando quella voce, il modulo cambia: oltre ai campi classici, compaiono campi dedicati a codice fiscale di chi detrae, codice fiscale/partita IVA del beneficiario, tipologia di intervento. Alcuni dati possono essere precompilati o richiamati da un menu a tendina.

La cosa più importante è avere sottomano: fattura o preventivo con i dati esatti dell’impresa o del fornitore, il tuo codice fiscale (o quello di chi detrae, se paghi per conto di un familiare e la situazione lo consente), la descrizione dell’intervento, eventuali riferimenti normativi se non sono già indicati dalla banca.

Compilato il tutto, prima di confermare controlla bene che i dati inseriti siano corretti: un codice fiscale sbagliato, un numero di fattura errato o una partita IVA digitata male possono creare problemi in futuro, soprattutto se in caso di controllo si nota una discordanza tra documenti.

Se invece fai il bonifico allo sportello, puoi chiedere direttamente l’apposito modello per “bonifico parlante” relativo a ristrutturazioni o ecobonus: l’operatore ti aiuterà a inserire i dati corretti.

Rapporti con l’impresa o il fornitore

Perché il bonifico parlante sia davvero efficace, deve incastrarsi bene con la documentazione del soggetto che riceve il pagamento. Questo significa che: l’impresa deve emettere fatture complete, con indicazione chiara dell’intestatario (chi detrae), dell’immobile oggetto dei lavori se rilevante, della natura degli interventi e della sua partita IVA o codice fiscale.

Spesso è utile avvisare l’impresa o il fornitore che pagherai con bonifico parlante per detrazioni, così sono pronti a fornirti eventuali indicazioni aggiuntive sulla causale o sui riferimenti normativi che utilizzano. Molti operatori che lavorano stabilmente nel settore edilizio e nell’efficientamento energetico hanno già schemi di fatturazione e causali standard da suggerire ai clienti.

In alcuni casi, per esempio per il bonus mobili, è fondamentale che la fattura riporti il collegamento con la ristrutturazione in corso, perché la normativa richiede che l’acquisto sia per un immobile oggetto di lavori detraibili. Il bonifico parlante, in quel contesto, è solo un pezzo del puzzle, insieme a fatture, permessi edilizi, pratiche ENEA quando richieste e così via.

Conservazione della documentazione e controlli futuri

Fare correttamente il bonifico parlante è solo il primo passo. Per far sì che la detrazione sia riconosciuta anche a distanza di anni, è fondamentale conservare tutta la documentazione collegata.

Questo significa:
– fatture originali o copie conformi relative alle spese;
– ricevute dei bonifici parlanti, con evidenza di data, importo, beneficiario, causale;
– eventuali permessi edilizi, CILA, SCIA, DIA, se richiesti per l’intervento;
– dichiarazioni del tecnico, asseverazioni, comunicazioni ENEA per gli interventi che le prevedono;
– eventuali contratti o preventivi firmati, se utili a chiarire la natura dei lavori.

In caso di controllo, l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere di esibire questi documenti per verificare che quanto hai indicato in dichiarazione corrisponda a spese effettivamente sostenute nei modi previsti. Il bonifico parlante, ben compilato, rende quella verifica molto più lineare, perché racchiude già in sé una parte delle informazioni che il Fisco cerca.

Conclusioni

In definitiva, il bonifico parlante è un semplice bonifico che però ha un ruolo cruciale: è la chiave che collega in modo formale la tua spesa alla detrazione fiscale che vuoi ottenere. Il fatto che sia “parlante” significa che la sua causale non è una frase generica, ma una piccola carta d’identità dell’intervento: indica chi paga, chi riceve, per cosa, con quale riferimento di legge.

Capire cosa significa e come si utilizza ti mette al riparo da errori formali che, a distanza di anni, potrebbero costarti caro in termini di detrazioni non riconosciute. Quando ti appresti a sostenere spese agevolate, non aspettare l’ultimo momento: informati in anticipo su quale tipo di bonifico serve, chiedi eventualmente al tuo consulente o al tuo commercialista come compilare causale e campi obbligatori, e confrontati con l’impresa o il fornitore.

Una volta compreso il meccanismo, vedrai che il bonifico parlante diventerà un gesto quasi automatico ogni volta che affronterai lavori in casa o acquisti che rientrano in bonus fiscali. E quel piccolo sforzo di attenzione al momento del pagamento si tradurrà, nel tempo, in risparmi importanti sulle imposte, con la tranquillità di avere tutta la documentazione in regola.

Articoli Simili

  • Come Fare una Proposta di Locazione Efficace

  • Come Vendere uno Smartphone Usato tra Privati

  • Come Scegliere il Ferro da Stiro Giusto

  • Differenze tra Addolcitore e Depuratore

  • Come Smaltire le Lampade Fluorescenti

Valerio Natta

Valerio Natta

Valerio Natta è un appassionato esperto in soluzioni fai da te, consigli per i consumatori e gestione della casa. Attraverso il suo sito, condivide guide dettagliate e consigli pratici per aiutare i suoi lettori a navigare in una varietà di problemi domestici e questioni di consumo.

Primary Sidebar

Cerca

Categorie

  • Altro
  • Bellezza
  • Casa
  • Consumatori
  • Cucina
  • Fai da Te
  • Giardino
  • Hobby
  • Lavori Domestici
  • Sport
  • Tecnologia
  • Uncategorized

Footer

Informazioni

  • Contatti

IL SITO PARTECIPA A PROGRAMMI DI AFFILIAZIONE COME IL PROGRAMMA AFFILIAZIONE AMAZON EU, UN PROGRAMMA DI AFFILIAZIONE CHE PERMETTE AI SITI WEB DI PERCEPIRE UNA COMMISSIONE PUBBLICITARIA PUBBLICIZZANDO E FORNENDO LINK AL SITO AMAZON.IT. IN QUALITÀ DI AFFILIATO AMAZON, IL PRESENTE SITO RICEVE UN GUADAGNO PER CIASCUN ACQUISTO IDONEO.