Il cocktail è una bevanda composta da vari ingredienti che vengono miscelati tra di loro. Generalmente almeno uno di essi è alcolico. Nel 1930 si ha notizia di una pubblicazione, il Savoy Cocktail Book1, nella quale si stabilivano alcune regole generali per preparare un cocktail. L’arte di miscelare divenne talmente diffusa che nel corso degli anni nacquero associazioni di categoria specializzate come l’IBA (International Bartenders Association, nata nel 1951, www.iba-world.org) e, in Italia, l’AIBES (Associazione Italiana Barmen e Sostenitori, nata nel 1949, www.aibes.it) e la FIB (Federazione Italiana Barman, fondata da 3 barman, Massimo Speroni, Losavio Tommaso e Moschetti Andrea nel 2001, www. fib.cc). La storia dei cocktails va di pari passo con la storia di queste associazioni. Nel 1961 una commissione formata dai migliori barman di tutto il mondo (International Cocktail Committee) stabilì alcune regole per dosare i cocktail. Poi vennero scelti e codificati 50. Negli anni la lista si allungò fino a 60 cocktail regolamentari. Oggi invece i cocktail sono 66, divisi in 5 categorie dall’IBA: Pre-dinner, After-dinner, Long drink, Cocktails famosi (Popular) e Special cocktails.
Molto spesso sui libri trovate una suddivisione generica dei cocktails, come cocktail aperitivi, cocktail digestivi, cocktail “any time” e così via… L’IBA ha deciso di suddividerli in 4 categorie: Pre-dinner, After-dinner, Long drinks e Popular cocktails. All’inizio del 2010 poi è stata aggiunta una nuova categoria Special cocktails, dove al momento è presente un solo cocktail.
Cocktails aperitivi (Pre-dinner): si tratta di miscele dal gusto pulito, secco o amabile. In essi sono presenti ingredienti che stimolano l’appetito (per esempio i vermouth).
Cocktails digestivi (After-dinner): sono miscele dal gusto secco o amabili. A volte contengono liquori alle erbe e hanno un’alcolicità medio-alta. Un tipico esempio è l’Apotheke (non più presente tra i cocktails dell’IBA). Tra quelli più famosi come after dinner vi è sicuramente il Brandy Alexander (conosciuto universalmente semplicemente come Alexander, 2 cl di Cognac, 2 cl di Crema di Cacao scura, 2 cl di Crema di latte).
Cocktail long drink : la funzione di questi cocktails è dissetare. Per questo motivo la loro alcolicità è medio bassa o addirittura assente. I ling drink vanno dai 25 ai 30 cl, ma quasi tutti quelli codificati dall’IBA si aggirano intorno ai 15 cl.
Popular cocktails : sono cocktails diventati famosi grazie ad un passaparola oppure perché consumati da qualche personaggio famoso (è il caso del Cosmopolitan preferito dalla cantante Madonna e divenuto ancora più celebre per essere comparso nella serie TV Sex and City).
Special cocktails : cocktail dedicati a personaggi speciali, come al fotografo Phil Coburn che ha perso l’uso delle gambe in un attentato in Afghanistan.
Oltre a queste 5 suddivisioni più o meno nette, vi sono anche i cocktails “any time”: si tratta di bevande che grazie alle loro caratteristiche (alcolicità medio-bassa, gusto amabile, per esempio), si possono bere in qualsiasi ora del giorno e della notte. Un tipico esempio è il cocktail Grasshopper (2 cl di Crema di menta verde, 2 cl di Crema di Cacao bianca, 2 cl di Crema di latte).
Cocktail tonici: sono energetici, alimentari, corroboranti, e i loro ingredienti variano dalle uova, al latte; dai succhi di frutta e verdura freschi, fino ad arrivare al brodo di manzo (Bull Shot). Possono essere bevuti in qualsiasi momento della giornata. I cocktail caldi vengono consumati in genere nel periodo invernale, viceversa in estate si prediligono miscele fredde. Un esempio è il cocktail Bloody Mary che presenta tra gli ingredienti il succo di pomodoro.